È il primo giorno di un mondo nuovo. Ieri alle 10,45 del mattino Atlantide, l’avveniristica macchina incaricata dall’uomo di creare un vaccino per il terribile Covid-19, ha finalmente completato il suo lavoro. Il super algoritmo al suo interno, dopo aver analizzato l’enorme quantità di virus che si sono avvicendati nel corso della storia dell’umanità e aver costantemente incrociato e armonizzato dati e patrimoni genetici degli esseri viventi, ha creato Divo-C22, il vaccino che restituirà la vita e la Terra agli esseri umani. Sono passati 690 giorni da quando il Comitato internazionale per la salvaguardia dell’umanità, composto dai leader mondiali, aveva unanimemente deciso che l’unico modo per affrontare e arginare definitivamente la diffusione del virus era quello di sottoporci tutti ad un sonno criogenico, o ibernazione, e attendere che la macchina svolgesse il compito di individuare il vaccino. Oggi l’umanità comincia progressivamente a staccarsi dai dispositivi che li hanno tenuti in vita e svegliarsi da un lungo sonno nel quale aveva deciso volontariamente di entrare per far fronte a quella che si delineava come una catastrofe di dimensioni pari soltanto ai racconti mitologici sui grandi Diluvi. Nel frattempo la Natura, libera dalla morsa dell’uomo, aveva da subito iniziato il suo naturale processo di guarigione cicatrizzando e restaurando interamente il suo ecosistema e donando nuovamente agli esseri umani un luogo altamente vivibile e pieno di opportunità. Macchine mangia cemento hanno pian piano rosicchiato gli edifici abusivi e sostituito le aree liberate con nuovi spazi verdi. Robot terraformanti hanno sanato e rinaturalizzato il suolo consumato mentre grosse stampanti 3D in legno hanno costruito eco villaggi e abitazioni con materiali naturali. Utilizzando finalmente la tecnologia al servizio dei veri bisogni dell’uomo comprendiamo solo adesso l’importanza degli investimenti in ricerca, sviluppo e in tutti quegli ambiti che in futuro potranno salvarci preventivamente la vita. L’Italia si era addormentata cantando e si risveglia con quell’ultimo stato d’animo, lasciando congelati odio e divisioni. Il virus, come una safety car in Formula Uno, ha pareggiato distanze sociali, culturali, religiose ed economiche costringendo tutti a ripartire da zero. Il reddito pro capite verrà così ridistribuito equamente estinguendo criminalità e disuguaglianze. E anche se le barriere, che precedentemente in pochi hanno innalzato nei confronti di tanti nel nome di avidità e progresso, dovessero essere nuovamente erette, ci sarà una nuova coscienza pronta ad abbatterle, grazie ad un nuovo patrimonio genetico fatto di buon senso e collaborazione.
Immagine tratta da “Laputa – Castello nel cielo” di Hayao Miyazaki